Un primo maggio1° maggio 2013. Forse me lo ricorderò, più di altri. Per la situazione del paese, soprattutto.
Per i suoi squilibri, le fratture, le parzialità, le solitudini. E così ho vissuto anche questo 1° maggio. Però sempre più spesso mi chiedo che fare? Una cosa la so, si deve fare a meno delle illusioni salvifiche, dei piccoli miti e peggio che mai dei piccoli leader. Necessariamente, ripartire da noi, e solo da noi. Come, ognuno se lo cercherà. Ma lo cercherà insieme agli altri, vicini e lontani, che convergono su idee e prospettive. Per fare ciò che si ritiene utile e indispensabile per sé, che sia un’attività, un progetto, una rivolta. Un blog o incontri, poco importa, saranno autentici entrambi. Un post o una discussione faccia/faccia, ma che si faccia. Che si agisca in nome di sé e con gli altri. E allora emergerà un soggetto che potrà riprendere con dignità un ruolo di prospettiva nello spazio politico. |